what it leaves to us.
2022 | diapositive bn 4x5 da materiale d'archivio |
Le immagini originali provengono dall’archivio fotografico “American National Red Cross photograph collection” e fanno parte del catalogo online della Library of Congress. Una raccolta di negativi su vetro che, tra le altre foto, conserva la documentazione di Anna Coleman Ladd scultrice statunitense che intorno agli anni 20 del ‘900 lavorò a Parigi dedicandosi alla modellazione di protesi per militari che avevano subito gravi mutilazioni al volto durante il primo conflitto mondiale.
La particolarità di questo materiale fotografico è la sua duplice valenza documentale: in primo luogo documento medico/scientifico (le fotografie probabilmente erano utili come riferimento per creare le protesi) e secondariamente come documento di guerra (reduci della prima guerra mondiale). In qualità di documento “scientifico di guerra” espone alla vista, a freddo, il lato fisico del conflitto: i solchi e le esplosioni che la guerra ha lasciato sul volto di questi soldati.
Nel tentativo di indagare la relazione fisico/corporea tra l’uomo e un conflitto armato, ho deciso portare in primo piano i volti di questi uomini re-inquadrando dal monito del computer le digitalizzazioni delle lastre fotografiche, producendo con un banco ottico 4x5 delle diapositive in bianco e nero.
Il processo utilizzato rende le singole immagini degli unicum, registra su tutta la superficie il raster di pixel del monitor e ai bordi lascia visibile parte dell’interfaccia di Photoshop. Ho selezionato sei di queste diapositive assemblandole su un vecchio tavolo luminoso portatile, senza il quale non sarebbero visibili.
Le immagini originali provengono dall’archivio fotografico “American National Red Cross photograph collection” e fanno parte del catalogo online della Library of Congress. Una raccolta di negativi su vetro che, tra le altre foto, conserva la documentazione di Anna Coleman Ladd scultrice statunitense che intorno agli anni 20 del ‘900 lavorò a Parigi dedicandosi alla modellazione di protesi per militari che avevano subito gravi mutilazioni al volto durante il primo conflitto mondiale.
La particolarità di questo materiale fotografico è la sua duplice valenza documentale: in primo luogo documento medico/scientifico (le fotografie probabilmente erano utili come riferimento per creare le protesi) e secondariamente come documento di guerra (reduci della prima guerra mondiale). In qualità di documento “scientifico di guerra” espone alla vista, a freddo, il lato fisico del conflitto: i solchi e le esplosioni che la guerra ha lasciato sul volto di questi soldati.
Nel tentativo di indagare la relazione fisico/corporea tra l’uomo e un conflitto armato, ho deciso portare in primo piano i volti di questi uomini re-inquadrando dal monito del computer le digitalizzazioni delle lastre fotografiche, producendo con un banco ottico 4x5 delle diapositive in bianco e nero.
Il processo utilizzato rende le singole immagini degli unicum, registra su tutta la superficie il raster di pixel del monitor e ai bordi lascia visibile parte dell’interfaccia di Photoshop. Ho selezionato sei di queste diapositive assemblandole su un vecchio tavolo luminoso portatile, senza il quale non sarebbero visibili.